Tord Boontje: tutto si trasforma
Tord Boontje: nulla si crea, nulla si distrugge

Intervista esclusiva a Tord Boontje, designer simbolo di un trend destinato a conquistare le case di tutti quanti, fatto di materiali riciclati e design rivoluzionario. Seguitelo, vi conviene!

“Fondamentale” è un termine che nel caso di Boontje va inteso in senso letterale. Luce e natura fondano l’arte di Boontje, che si basa non solo sul rispetto assoluto e completo della natura, ma anche sulla sua salvaguardia.

Fedele al concetto di praticità, Tord rende accessibile il suo design a tutti, fornendo gratuitamente i suoi progetti a chiunque voglia realizzarli. A oggi, ne sono stati distribuiti oltre 35.000 in tutto il mondo.

Il suo è uno stile sinuoso e modulato, che si inerpica e avvolge voluttuoso ogni oggetto che incontra. E di oggetti ne sono stati sperimentati parecchi! Le sue collaborazioni travalicano la scelta dell’ordinario.

Lei lavora ed ha lavorato spesso riciclando materiali usati. Da cosa nasce la spinta creativa che la porta ad immaginare di poter trasformare un oggetto – se non morto – comunque “esausto”?

Dal fatto di vivere in una città come Londra, dove il nuovo e il vecchio si trovano molto spesso gomito a gomito e insieme ad una gran quantità di rifiuti. Dal fatto di essere giovane e povero; creativo e capace di intravedere delle opportunità in ciò che mi circonda e nei rifiuti. Tutto questo mi permette di immaginare delle trasformazioni. È un po’ come nel design di interni, con cui puoi infondere nuova linfa vitale in un edificio antico.

Con sua moglie Emma ha sperimentato le potenzialità del vetro per creare oggetti unici e luminosi. Secondo lei il vetro è un materiale più espressivo di altri?

Non esattamente. In realtà credo che tutti i materiali siano espressivi a loro modo, se si ha fantasia e si sa come utilizzarli. Il vetro è duro e tagliente, ma grazie alle sue proprietà sa anche illuminarsi come per magia e diventare protagonista di una serata, trasformandosi in lampadari iridescenti o gioielli.

Credo che tutti i materiali siano espressivi a loro modo, se si ha fantasia e si sa come utilizzarli. Il vetro è duro e tagliente, ma grazie alle sue proprietà sa anche illuminarsi come per magia e diventare protagonista di una serata.

Da cosa scaturisce il progetto “Primavera” che ha realizzato per Ceramiche Bardelli?

Le piastrelle sono elementi rigidi e resistenti che seguono una matrice. Ho quindi pensato che fosse il caso di “ammorbidirle” un po’, facendo ricorso a delle illustrazioni floreali a mano libera. Le piastrelle sono anche simili a un puzzle in cui si uniscono i tasselli di una decorazione, ed è per questo che mi piacciono!

Moda, arte, design, arredo per la casa, e collaborazioni con marchi famosi, come Svarowsky, Moleskine e molti altri. I campi in cui ha lavorato sono molti. Qual è stato il progetto che l’ha stimolata di più in questi anni di carriera e perché?

All’epoca si sono tutti rivelati stimolanti, ed è proprio questo il motivo per cui ho deciso di realizzarli. E’ onesto dire che alcuni hanno avuto dei risultati migliori di altri, ma questo fa parte della natura stessa dell’arte, che è sempre imprevedibile. Ad ogni modo, la mia è comunque una posizione privilegiata da cui poter scegliere i progetti su cui più mi piacerebbe lavorare.

Ritiene che in questo mondo ipertecnologico la natura sia ancora una fonte primaria d’ispirazione per un designer?

Sì, anche se non posso dire con certezza che la natura abbia la stessa opinione riguardo ai designer!

Abbiamo letto in una vecchia intervista che si è avvicinato alla decorazione “casalinga” con la nascita di sua figlia. Immagino che un evento così importante, come la nascita di un figlio, influenzi il modo di lavorare di chiunque. Come è cambiato il suo approccio creativo?

In maniera molto “tenera” potrei dire. Penso che in quell’esatto momento sia sbocciato il mio interesse per la delicatezza, la decorazione, gli ornamenti, l’illustrazione, la narrazione, il racconto e così via.
E’ un’esperienza incredibilmente importante per un artista perché trasforma radicalmente anche il modo, lo stato d’animo in cui ci si pone di fronte ad un foglio bianco.

Ci parli di un suo progetto che vorrebbe veder realizzato in futuro.

Segreto professionale. Ma fra i miei progetti a breve termine ho in cantiere la fusione nucleare a freddo e la pace nel mondo…

E per finire facciamo un gioco: completi la frase con una risposta secca.
“Tord Boontje se non fosse un artista sarebbe…”

Un designer (che domande!)

Tratto da rivista ceramicaecomplementi n. 16